GICHIN FUNAKOSHI

Gichin Funakoshi nasce nel 1868 a Cho Shuri, vecchia capitale dell’Isola di Okinawa.
Nasce prematuro e di salute precaria e i medici gli danno pochi anni di vita. Riceve un’educazione
Tradizionale di famiglia Samurai dai suoi nonni materni, che appartengono alla classe dei Shizoku (una classe di Samurai).
Nel 1871, frequenta la scuola elementare e ha una netta predilezione per la lotta fra ragazzi. Ha come compagno di classe Yasutsume Azato, il cui padre è il Maestro Azato, esperto nel karate. Con l’aiuto del nonno Gichin riesce ad essere accettato come allievo del Maestro Azato.
Adolescente si iscrive alla scuola di medicina falsificando la sua data di nascita, ma a causa del governo Meiji gli è vietato la frequenza ai corsi a causa della sua pettinatura e per la sua appartenenza familiare ad una classe molto tradizionalista. A 21 anni decide, contro la volontà dei genitori di tagliarsi i cappelli e diventa insegnante di molti ragazzi della scuola elementare. Fa velocemente carriera ma non sacrifica mai i suoi allenamenti e fa ogni giorno molti chilometri per allenarsi. Di giorno egli è maestro di scuola a Naha, la sera si allena sotto la direzione del Maestro Azato, era l’epoca in cui bisognava nascondersi per praticare. Egli pratica il kata che è considerato l’elemento fondamentale e la base del metodo pedagogico. Ogni notte, Gichin Funakoshi pratica il kata come ieri, come l’altro ieri, come domani, come da molto tempo…. Ed è sempre lo stesso kata finché “ il Maestro Azato è soddisfatto della sua padronanza”. Funakoshi racconta che era spesso agli estremi delle sue forze e riusciva a mala pena a distinguere la luce della torcia…….alla fine aspettava il giudizio del Maestro che poteva essere “rifai ancora” o “bene”.
Funakoshi diventa Sensei in Giappone senza mai dimenticare le virtù del kata. Amerà ripetere: “Hito Kata San Nen” tre anni per un kata.
Funakoshi e Azato non parlano molto assieme, hanno una comunicazione non verbale. Il Maestro, mostra, dimostra, introduce a volte delle varianti; porta delle modifiche che possono sorprendere. Funakoshi non dubita, da fiducia, riceve, ascolta, guarda, lavora. Non ci sarà mai conflitto fra loro.
A volta spesso c’è anche il Maestro Itosu con loro.
Funakoshi costruisce una famiglia, con parecchi problemi finanziari perché deve mantenere i fabbisogni di 10 persone, parenti della moglie, nonni, zii, ecc…..
E’ un periodo difficile per Funakoshi. La popolazione è quasi interamente vegetariana per il buddismo. Sua moglie lavora molto, ma lo incoraggia sempre a continuare con la pratica. Riesce anche lei ad apprendere le tecniche e i kata guardando suo marito praticare nel cortile e così anche a lei pratica. Dei quattro figli di Funakoshi, uno solo s’interessa alle Arti Marziali, questo è Yoshitaka Funakoshi.
Nel 1903 il governo decide di introdurre nelle scuole la pratica del karate. Funakoshi insegna ai bambini delle scuole elementari. Un programma tecnico deve essere stillato poiché i corsi sono molto numerosi. Il Maestro Itosu studia quali sono i kata da introdurre nell’insegnamento. Nel 1904 i cinque kata Pinan sono codificati e successivamente chiamati da Funakoshi Heian. E’ durante l’era Taisho che Gichin Funakoshi incomincia a sviluppare il karate in Giappone. Nel 1917 Funakoshi viene chiamato per fare una dimostrazione di karate in Giappone. Dal 1915 in poi Funakoshi si consacra esclusivamente, dopo trenta anni di carriera professionale , a sviluppare la sua arte. Nel maggio del 1922 a malincuore egli lascia l’Arcipelago, sua moglie, i suoi bambini ed i suoi maestri.
E’ la Via della speranza, il Giappone.
Alla manifestazione il pubblica è molto numeroso, la sua padronanza nei gesti, la sua precisione e l’eleganza della sua forza manda il pubblico in visibilio e segna l’entrata di Funakoshi nella legenda. Il Maestro Kano, colui che ha modificato la vecchia arte del Ju-jutsu, per creare il moderno JUDO “la Via della fluidità” prega Funakoshi di dare una dimostrazione nel suo dojo KODOKAN.
Funakoshi decide di rimanere in Giappone. Due dei suoi figli lo raggiungono, ma sua moglie e sua figlia restano a Shui. All’epoca egli ha 54 anni, e vive un’esistenza molto povera.
Nel 1921 incontra il Sensei Otsuka, allievo di Nakayama, che si allenerà con Funakoshi. Per promuovere la sua arte Funakoshi cerca di indirizzarsi principalmente verso gli intellettuali e lentamente conosce molte persone che lo aiutano. Durante le sue dimostrazioni cerca sempre di dimostrare, che malgrado la sua piccola statura, è capace di una grande resistenza.
Nel 1923 il karate entra nelle Università. La prima è Keiko e Funakoshi insegna parallelamente alla Keiki e alla Meisujuku. Purtroppo nello stesso anno un terribile terremoto colpisce il Giappone e provoca molte distruzioni, tra cui la stessa Università di Keiko. Il 23 settembre 1924 il dojo Keiko viene ricostruito e nello stesso anno molti altri. Con l’aiuto di Otsuka, Funakoshi compie le prime modifiche al karate e cambia il nome di “pugno cinese” in “mano vuota”. Ormai sono più di quattro anni che Funakoshi vive in Giappone, la sua opera incomincia a prendere forma. Funakoshi crea nei dojo le forme Kyu che significano l’infanzia del pratica e i Dan che significa la maturità dell’uomo interrompendo così una tradizione secolare di valutazione del progresso tecnico. Funakoshi si nomina quinto Dan, e per questa ragione Oshima che segue la linea dell’insegnamento del Maestro mantiene il quinto Dan che è nello stile Shotokai il massimo grado. Funakoshi insegna a suoi allievi ad essere vigile sempre, anche all’esterno del dojo nella vita quotidiana. Critica immediatamente gli allievi che hanno un qualunque rilassamento nei riguardi della loro concentrazione.
Fuori dal dojo, rovesciava la ciotola di riso agli allievi che la tenevano male, cioè coloro che lasciavano intravedere un’apertura per un attacco. A volta, dava un colpo sulla mano, senza ferire, a coloro che tenevano male le bacchette, anche mentre mangiavano. Era severo sia dentro il dojo che fuori. Egli era costantemente vigile. Non girava mai l’angolo di una strada senza prenderlo largo, ciò per non essere preso alla sprovvista da qualche attacco. Funakoshi insegnava la più alta iniziativa: “SEN NO SEN” che consiste nell’attaccare l’avversario prima che egli sia partito per attaccare. Il SEN NO SEN prevede uno stato di vigilanza costante. Funakoshi crede che, un allenamento che esige sudore, sofferenza, lacrime , sviluppa: “le qualità di coraggio, la cortesia, l’umiltà, l’integrità e lo self-control, cose essenziali nel karate. Le parate e gli attacchi di Funakoshi erano così potenti che nessuno poteva “entrare” con un attacco, e aveva 60 anni. Egli ha sempre creduto che in un allenamento fisica ci deve essere anche l’allenamento mentale. Per Funakoshi, il saluto “rei”, non era solo un limitarsi ad abbassare la testa. Egli diceva che deve esprimere il profondo rispetto che ogni essere umano deve al suo simile e anche a se stesso. Egli è profondamente umanista, crede in una società pacifica e al ruolo che deve avere l’uomo nel suo contesto. Insegna che un praticante non deve mai vivere nell’illegalità. L’ordine e la giustizia devono essere preservati se non vogliamo rovinare il tessuto sociale.

Il 20 marzo 1928, su richiesta del Palazzo Imperiale, fa una dimostrazione assieme a sei suoi allievi, davanti all’Imperatore.
Funakoshi ha le idee chiare sul combattimento libero, manca di serietà e di realismo e si rifiuta di cedere a queste mode. Egli concentra il suo insegnamento sui kata. Al dojo Meisujuku, si lavora imperterriti sui kata. Nonostante la grande sincerità che egli trasmette giornalmente ai suoi discepoli, Otuska si separa da Funakoshi il 1929. Dopo la sua partenza, è Takeshi Shimoda che prende la carica di assistente di Funakoshi al dojo Meisujuku. Il sensei Shigeru Egami, che inizierà la pratica nel 1932, a avuto come istruttore Takeshi Shimoda, ed egli ricorda i suoi viaggi come discepolo in differenti regioni e ricorda Takeshi Shimoda come il più talentato di tutti gli allievi di Funakoshi.
Nel 1933 Funakoshi cambia il nome dei kata in Heian,Hangetsu,Tekki,Empi,Gankaku e Kanku. Nel 1935 pubblica il suo secondo libro e i suoi discepoli creano l’Associazione SHOTOKAI. Crea delle tecniche di gamba a livello chudan e al viso: yoko-geri,ushiro-geri et mawashi-geri. La direzione del dojo Meisujuku è sotto la responsabilità del figlio Yoshitaka Funakoshi, il figlio spesso cerca di convincere suo padre a fare del karate più moderno. Funakoshi risponde: “siete mio allievo, dovete fare come vi dico” e si gira verso gli allievi e aggiunge “ seguite la Via di mio figlio, est la migliore”.
Il Meisujuku diventa vecchio e piccolo e nel 1936 il primo dojo del Maestro viene costruito a Zoshigaya. La prima volta che ci è andato Funakoshi, lesse con stupore sulla porta d’entrata, la scritta : “SHOTO-KAN” (la sala di SHOTO). SHOTO significa “vento nei pini”. Questo dojo è uno splendido omaggio all’uomo di sessantenni che egli è divenuto. Negli anni 38-40, il figlio di Funakoshi non cessa di accentuare le modifiche apportate al karate e trasmesse da suo padre. La seconda guerra mondiale è iniziata e la maggior parte degli esperti sono tutti partiti per la guerra e quelli che sono rimasti dirigono i corsi di un’intensità incredibile.
Alla fine dell’estate del 1945 il Giappone è una rovina ed ha perduto circa due milioni di uomini, il Maestro vive ore dolorose. Alcuni dei suoi allievi sono già morti, altri sono sulla strada della loro ultima destinazione. Ogni sera quando il dojo è vuoto, Funakoshi si isola in un angolo e si raccoglie per pregare per il riposo eterno delle loro anime. Gichin Funakoshi confida i corsi a Hironishi perché suo figlio è all’ospedale. La sua tubercolosi si sta aggravando e muore nella primavere del 1945. Nel momento in cui muore Yoshitaka Funakoshi, Tokyo viene bombardata per ben due volte e lo SHOTOKAN dojo non ne è risparmiato. A 77 anni Funakoshi va a contemplare il suo dojo in rovina e rimpiange suo figlio tanto amato. Sogna di tornare da sua moglie, ma è stata evacuata da Oitta, la parte più meridionale delle terre dell’Arcipelago nipponico. Non può più vivere a Tokyo.
A Oitta la vita si rivela dura, sua moglie è malata, soffre d’asma da moltissimo tempo, dopo due anni di questa nuova convivenza, nel autunno del 1947 la sua compagna muore e lascia Funakoshi solo.
Ritorna dunque a Tokyo e abita con suo figlio Giei.
Nel 1948, con l’aiuto dei suoi allievi Funakoshi riapre il dojo Keiko e Waseda.
A 81 anni si dedica alla calligrafia e sente che in questo nuovo mondo non c’è più posto ne per lui ne per i suoi sogni. Viene quasi abbandonato dai suoi discepoli e il 26 aprile 1957 alle 8.45 il padre del karate si spegne all’età di 89 anni.
L’ Associazione SHOTOKAI si ricostituisce conformemente alle ultime volontà del suo fondatore con Hironishi quale presidente e Egami quale responsabile tecnico.
SHIGERU EGAMI

Shigeru Egami è figlio cadetto di Taira e Hatsu Egami. Egli nasce a Miyanouracho, Omuta-Shi, Fukuoka-ken (Kyushu) il 7 dicembre 1912.
Appena iscritto alla scuola elementare risulta il più piccolo della classe ma il più agile e dotato al trampolino e alla corsa. Nel 1925 inizia i suoi studi alla Scuola Superiore e si iscrive ad una scuola di Judo. Deve camminare 8 km per arrivare a scuola e in 5 anni non effettua un’assenza o ritardo scolastico, perciò ricevere anche un certificato di benemerito.
Nel 1933 viene finalmente ammesso alla Facoltà di Economia e Commercio e nello stesso periodo si apre una scuola di Karate diretta dallo Shihan Gichin Funakoshi.
Shigeru studia il Karate sotto la direzione del Sensei Shimoda che scompare prematuramente, e partecipa con Yoshitaka Funakoshi, figlio del Maestro, chiamato anche Gigo, a diverse dimostrazioni.
Nel 1935 l’Associazione SHOTOKAI raggruppa i discepoli del Maestro Funakoshi.
Egami termina i suoi studi a 24 anni, le conoscenze di suo padre gli fanno ben sperare su un buon impiego, ma da un consiglio spassionato ricevuto da qualcuno, preferisce continuare a lavorare
come cameriere e praticare il Karate.
Viene chiamato per il servizio militare ma dopo 4 giorni deve ritornare a casa perché colpito da tubercolosi polmonare.
Nel 1937 egli cerca in vano di emigrare in Manciuria e poi in Brasile. Riprende finalmente il servizio militare e si allena duramente nel freddo coreano. E’ costretto a rientrare in Giappone dopo una ricaduta di tubercolosi. I medici gli diagnosticano solo un anno di vita ma lui continua ad allenarsi duramente. Contro ogni previsione la sua salute migliora, e l’anno successivo entra nella miniera dove suo padre è dirigente, poi nel 1939 al Ministero di Guerra.
Lo stesso anno si inaugura il “Dainippon Karate-Do Shotokan Dojo” di Tokyo.

Nel Giappone militarista, prima della guerra, gli istruttori insistevano sulla potenza fisica e sulla disciplina. I giovani karateka eseguivano regolarmente centinaia di ZUKI sul Makiwara; le articolazioni si deformavano e lo spirito assieme al corpo tendevano a chiudersi in attitudini molto rigide. Il Maestro Funakoshi però colpiva il Makiwara con leggerezza, e pure suo figlio si allenava spesso iniziando con posizioni molto rilassate e con le braccia sciolte lungo il corpo.
Il 30.12.1941 Shigeru Egami sposa Chiyoko. Lei ha 24 anni ed è la primogenita di Kojiro e Matsu Yamaguchi.
La coppia si stabilisce a Tokyo e il 06.10.1942 nasce il primo figlio Naoshi. Di ritorno da Omuta, Shigeru Egami aiuta suo fratello Kaoru, nell’edilizia e riprende anche ad allenarsi.
Nel 1944 la sua vita diventa particolarmente attiva, nasce il suo secondo figlio. Deve garantire la sua posizione con il Maestro Funakoshi che diventa membro della giuria nella sede dello SHOTOKAN. Il DOJO CENTRALE viene distrutto dai bombardamenti americani e il 27 luglio anche la casa della famiglia Egami viene rasa al suolo costringendoli a vivere in strada fra le rovine e le difficoltà con la gestione della sua impresa.
Il Sensei prosegue comunque il suo insegnamento del Karate fra bambini e impiegati sul suolo bruciato. Nel 1948 nasce il suo terzo figlio e apre una scuola di Karate presso la Manifattura Mitsui Miikè. Ha 41 anni ritorna a Tokyo e fa amicizia con il Maestro Hironishi, discepolo anche lui del Maestro Funakoshi. Si formano differenti correnti sui problemi basilari della pratica: ” Il KATA è una forma nella quale ogni tecnica deve essere perfetta e fissata definitivamente oppure il KATA deve essere “una forma in movimento”?
Inoltre il Sensei Egami diceva: “….dovevo passare dai movimenti rigidi di Pinocchio ai movimenti fluidi, lo capì solo dopo lunghi mesi di studio assieme ai miei più giovani karateka. I giovani facevano rapidi progressi ed era evidente che avevo da imparare da loro”.
Nel settembre del 1955 Sensei Egami diventa SHIHAN della Scuola di KARATE dell’Università di
Gakushuin. Ma la sua salute peggiora e deve essere operato di ulcera gastrica. Nel 1957, ha 45 anni, è diventa primo assistente del Sensei Funakoshi, mentre il 26 aprile dello stesso anno muore Funakoshi, alcuni praticanti delle scuole universitaria aspettano la scomparso del Maestro Funakoshi per organizzare le prime gare di KARATE!
L’ associazione SHOTOKAI si ricostituisce conformante alle ultime volontà del suo fondatore. Quale depositario del KARATE-DO creato dal M. FUNAKOSHI, Shigeru Egami da una nuova dimensione a quest’arte. “ Colui che vuole seguire la VIA del vero KARATE non deve solo curare l’armonia con il suo avversario, ma deve cercare di completarla in se stesso. Non si tratta di uccidere o vincere. Cosa succederebbe se invece di opporsi ai movimenti del vostro avversario, vi muovereste con lui in modo naturale? Fareste un tutt’uno colui quando egli si muove per colpire, il vostro corpo si muove naturalmente

Quando raggiungerete questo, scoprirete un mondo a voi sconosciuto. Quando siete in armonia con il significato “ DI KARATE NI SENTE NASHI” – non c’è un primo attacco nel Karaté- e avrete compreso questo stadio sarà raggiunto…”
Il S. Egami incoraggiava l’apertura di nuove scuole in Giappone e nel resto del mondo. Nel novembre del 1957 pubblica” KARATE –DO PER PROFESSIONISTI”. Nel 1973 viaggia a Los Angeles, nel 1976 in Tailandia e nel 1977 pubblica “ Introduzione al KARATE”.
La scoperta del karaté del Sensei consiste nel colpire verso l’interiore di se stessi!
Egli mise l’accento sullo studio dell’Irimi: cercare, inesorabilmente la distanza, il MAAI giusto, cercare di percepire le intenzioni del partner per entrare direttamente nella sua guardia, al nascere dell’attacco.
L’armonia è certamente lo scopo primario, ma se i praticanti cedono alla faciloneria e abbandonano durante il loro lavoro, la sincerità nel colpire, la VIA sarà completamente snaturata e l’arte perderà tutta la sua dimensione marziale!
Sin dal 1979 lo stato di salute del Maestro Shigeru Egami peggiora. Scompare l’8 gennaio vittima di una pneumonite all’età di 68 anni.

TETSUJI MURAKAMI


Tetsuji Murakami nasce a Shiozuka nel 1927.
Dopo aver praticato Kendo, si iscrive a 19 anni nel dojo del Maestro Yamagushi (allievo diretto del Sensei Funakoshi). Non lo accetta volentieri, gli da 3 anni di tempo per decidere se prenderlo come allievo o no....
Siamo nel 1946 e il KARATÉ è molto conosciuto in Giappone, tant'è che dopo la guerra, si praticava in strada visto che i 2/3 della città di Shiozuka era stata distrutta dai bombardamenti. Dice lavorava molto il KIHON e Tetsuji viene completamente conquistato dal KARATÉ e per dieci anni seguirà i corsi duri ma appassionanti del suo Maestro.
Il Maestro Murakami approda in Francia il 3.11.1957 chiamato quale esperto giapponese di KARATÉ dal Sig. Plee. A quell'epoca praticava Shotokan e raccontava che la pratica si chiamava KARATÉ ma non era proprio del Karaté. Infatti, i primi Karateka francesi, avevano appreso il Karaté attraverso i libri giapponesi. L'Arte aveva subito diverse influenze, visto che fra i praticanti c'erano professori di boxe francese e boxe cinese. In breve la tecnica era approssimativa ma tutti avevano una buona esperienza nel combattimento.

Il Sensei spiegava che in Giappone lo spirito del BUDO è presente nella vita quotidiana, ma quando lo si chiede di spiegare, non lo sanno, è un sesto senso, all'inizio non si capisce, ma si fa e basta. A forza di ripetere un gesto, un attitudine si riesce a capire attraverso il corpo. Non basta insegnare le tecniche, bisogna amare i propri allievi, la severità non serve se non c'è amore. Senza amore non si fa niente. L'armonia tra me e l'allievo è indispensabile, ma perché questa ci possa essere, io devo avere un armonia interna fra il mio corpo e il mio spirito. A volte durante un corso non riesco a trovare quest'armonia interna. Può darsi che sia colpa mia e anche forse dei miei allievi... Quando ho trovato quest'armonia mi è più facile insegnare. Une specie di In occasione di un soggiorno in Giapponese il Sensei Murakami vede per la prima volta lo livello non progredivano più, invece con lo SHOTOKAI aveva l'impressione che fosse diverso qualche cosa di più. La conversione per il Sensei fu dura e difficile. Era una responsabilità nei confronti dei suoi allievi, visto che non si può giudicare uno stile così rapidamente, bisognava praticarlo.
La differenza è immensa nella forma.
Il Sensei spiegava che la parola SHOTOKAI indica "l'organizzazione dei metodi di Funakoshi". amichevole per aiutare gli amici del Maestro Funakoshi e il lavoro del KARATÉ. Il DOJO, esso , si chiama SHOTOKAN (KAN=casa). Il Maestro Funakoshi ha chiamato il suo metodo KARATE-DO. Ma si è molto presto confuso il nome del suo DOJO con quello del suo metodo. I suoi allievi
venivano dallo SHOTOKAN Lo SHOTOKAI possiede attualmente il DOJO CENTRALE - HOMBU DOJO di cui era capo il La differenza è immensa nella forma, noi cerchiamo di essere il più naturale possibile, non si può separare il corpo dallo spirito. Se non si può controllare lo spirito non si può controllare mai il corpo. Negli anni a seguire il Sensei Murakami divulga lo SHOTOKAI in moltissimi Paesi Europei e anche extraeuropei. Riesce a formare diverse associazioni in ogni Paese e diventa un punto di riferimento importante per lo SHOTOKAI.
Considerato un uomo introverso e freddo da molti, egli è in realtà molto meditativo e in continua evoluzione tecnica. Ricerca costantemente attraverso il suo corpo magro, pieno di energia, sciolto e scattante, l'essenza del Karate-Do Tradizionale SHOTOKAI.
Egli è, nella vita privata un amante della pipa, della musica classica, del cafè, del suo adorato barboncino senza dimenticare la sua Toyota.
Assieme a sua moglie Nieves e il figlio Hiroshi, organizza una volta all'anno nel mese di Luglio il mitico Stage Internazionale a Sérignan, dove affluiscono centinaia di praticanti da tutto il mondo. Nel 1986, già fortemente ammalato, organizza un viaggio memorabile in Giappone, con la delegazione di praticanti europei, dove si investe con i suoi allievi a presentare lo SHOTOKAI europeo ai nipponici. Sarà questa l'ultima volta che metterà il karategi perchè poi la sua malattia si aggraverà molto e con lunghe sofferenza spira, il 24.01.1987, lasciando un vuoto incolmabile fra i suoi discepoli.